Succede a viterbo il il 31 Luglio, un altro incivile ato di prelevamento forzoso dio un bambino alla sua mamma, attuato nella maniera più violenta possibile, cosa che non viene messa in atto nemmeno, per scovare i capi mafia.
Un bambino malato di epilessia si è visto portato via di forza dalla casa materna, dove veniva accudito e curato in maniera esemplare. Dietro questa sottrazione ancora una volta la PAS Sindrome di alienazione parentale, molto gettonata nelle aule della giustizia minorile e tra i servizi sociali.
Si deve continuare a riempire queste case famiglia, nonostante il palese fallimento di tale progettualità, e tutti gli scandali legati ad interessi economici di cui ormai la stampa nazionale e l’intera popolazione italiana conosce.
Il padre dichiara ai servizi di aver fatto un passo avanti nella cura del figlio ed ecco che come per magia appare la PAS che colpevolizza la madre a tal punto da portare come unica soluzione l’allontanamento del bambino dalla casa materna per collocarlo in primis presso una casa famiglia e successivamente presso il padre.
Lo stesso padre che ora dice che il piccolo non ha subito “contraccolpi” dall’allontanamento. Chi ci crede?? come si può minimamente pensare che un bambino possa stare bene, catapultato in una realtà improvvisa, in maniera brutale e forzosa, come si può credere che questo sia un passettino avanti, questa è una vergogna, e null’altro.
Claudio Greggio presidente dell’Associazione Una Vita Sottile commenta: “azione riprovevole che va condannata, neppure ai capi mafia latitanti da anni, durante la cattura è stata riservata così tanta violenza. Le forze dell’ordine dovrebbero tutelare l’inclumità delle famiglie in questi episodi, invece sono gli agenti stessi a creare un clima di violenza inaudita”.
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