Sono da poco passate le tre di notte quando al centro di ascolto dell’Associazione Una Vita Sottile si presenta Giada, 15anni. Malgrado il coprifuoco e le restrizioni imposte a causa della pandemia da Coronavirus, i centri di ascolto dell’associazione, sono sempre rimasti aperti anche se con non poche difficoltà.
Giada, stanca di quello che subisce in famiglia, decide di rompere l’obbligo del coprifuoco e delle restrizioni, e di recarsi presso gli uffici dell’associazione con la speranza di ricevere aiuto e sostegno. Un’occhiata alla pagina facebook dell’associazione, al sito internet collettore e Giada capisce di non essere più sola, c’è qualcuno che può aiutarla.
Arriva in ufficio con fare impaurito, forse la forza che fino a quel momento l’aveva sostenuta comincia a vacillare, l’operatore comprende la situazione e bastano poche domande perchè Giada inizi a raccontare una storia di abusi e sofferenze che va avanti da due anni, da quando mamma e papà si sono lasciati e la donna convive con un altro uomo. Un uomo rozzo e autoritario ma allo stesso tempo dolce e permissivo, specialmente quando vuole ottenere qualcosa dalla piccola Giada.
Giada sa, che due volte la settimana quando mamma non c’è, tocca a lei soddisfare le voglie a volte sadiche e perverse dell’uomo. Questa routime ormai va avanti da due anni, Giada non vuole, ma è costretta dai ricatti e dalle botte a subire in silenzio queste atrocità, pensa che la colpa della separazione dei genitori sia sua e quindi di meritarsi quello che le sta accadendo.
Il senso di colpa è grande, ma ha paura a raccontare la sua storia a paranti e amici, teme i loro giudizi, vorrebbe farla finita quando su facebook, tra le varie pubblicità, trova quella dell’associazione Una Vita Sottile, fa delle ricerche e decide di fidarsi. Arriva il 18 marzo e mentre l’Italia ricorda per la prima volta le vittime del Covid-19 lei sa che dovrà soddisfare le voglie del suo orco, ma Giada non ce la fa più e la notte scappa da quella casa per raggiungere un posto sicuro, un posto che adesso è diventato anche casa sua.
Giada racconta agli operatori episodi orribili fatti di sopprusi, minacce, botte e abusi di ogni tipo che solo a sentirle raccontare fanno venire il vomito.
Claudio Greggio fondatore e presidente dell’Associazione, che per primo ha accolto il dolore di Giada e assistito al suo racconto commenta: “ho assistito ad un racconto abominevole, per questa bestia il carcere non basta”. A quattro giorni dalla scadenza per la presentazione del rapporto annuale 2020, l’associazione fa sapere di avere iniziato l’anno 2021 ad oggi con undici casi di abuso e già oltre 200 segnalazioni alle polizie di tutto il mondo per contrastare la diffusione della pedopornografia sulla rete internet.
L’Associazione Una Vita Sottile garantirà a Giada, supporto legale e sostegno psicologico, grazie all’intervento dell’equipe dei medici ADM, Associazione Diritti del Malato, Giada è stata ricoverata per accertamenti medici e sono ora al vaglio dell’Associazione le situazioni tra i familiari della ragazzina per un eventuale collocamento dopo le dimissioni. L’uomo è stato denunciato e sarà presto raggiunto da un avviso di garanzia che potrebbe mutarsi in un ordine di custodia cautelare in carcere. Indagini sono in corso anche sulla madre e sul padre naturale della ragazza.
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