I fatti risalgono al 2019, siamo a Montegrotto Terme, ed è in questi due anni che avvengono gli episodi che hanno portato la madre della piccola nei panni della complice e il suo compagno in quelli del carnefice, ora entrambi sotto inchiesta per violenza sessuale su minorenne.
Il primo episodio avviene a luglio del 2019, quando la ragazzina aveva 13 anni. Su richiesta del compagno, la madre fa delle foto alla figlia senza veli e poi le spedisce a lui che le aveva richieste.
Il fatto più grave come però di consuma a casa dei nonni materni, in un paese dell’hinterland di Treviso. Il quarantenne padovano chiede alla compagna di vestire per l’occasione la figlia con abiti succinti per la serata.
Una volta giunta con la figlia a casa dei genitori, la donna va in cucina lasciando la ragazzina in salotto compagnia dell’uomo che prima la spoglia e la costringe a subire un rapporto orale, poi la accompagna in camera da letto e stavolta è lui a spogliarsi e a farsi masturbare dalla minorenne.
La serata termina con la raccomandazione della madre: «Questo è un segreto, non devi dirlo a nessuno, neanche al papà».
La confessione al padre.
La 13enne sta male, inizia a dimagrire, si chiude in se stessa e quando è sola, piange, finché un giorno nell’estate del 2021 decide di confidare il segreto che da due anni la lacera interiormente. E lo fa proprio con il padre.
Alla confessione della ragazzina, il padre non ci pensa sue e si rivolge ai carabinieri denunciado la ex moglie e il suo compagno. Le indagini hanno una prima importante conferma quando, durante una perquisizione che termina con il sequestro del telefonino del quarantenne padovano, nel cellulare vengono trovate le foto della ragazzina nuda che l’uomo conserva ancora.
L’uomo viene quindi arrenstato mentre la madre perde la figlia, che viene data in affido esclusivo al padre. Tutto si conferma nella giornata di mercoledì 2 febbrario quando la ragazzina sentita in forma protetta dal giudice delle indagini preliminari Angelo Mascolo e al pm Barbara Sabattini ha confermato le accuse contro la madre e il compagno.
Il padre si è costituito parte civile.
Claudio Greggio presidente dell’Associazione Una Vita Sottile commenta: “la madre è carnefice come il compagno e deve avere lo stesso trattamento carcerario, con l’aggravante, ha abusato della figlia, un criminine aberrante questa donna non è degna del nome di madre. L’Associazione è disponibile a prestare supporto alla bimba a cui va tutto il nostro affetto”.
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