Sono le 9:15 circa del 19 gennaio 2023 quando al Numero Unico Nazionale gestito dal Gruppo ETAV arriva la telefonata in lacrime di Laura 35 anni (nome di fantasia). “Mi ha picchiata e non mi fa uscire, aiutatemi”. Queste le parole strozzate dalle lacrime prima che la chiamata si interrompesse.

L’operatore del Numero Unico, come da protocollo ricontatta il numero chiamante, questa volta a rispondere è un uomo, l’operatore chiede di sapere cosa sta succedendo e se ci fosse bisogno di aiuto, l’uomo nega tutto, allora l’operatore cerca con delle domande di trattenere a lungo la conversazione per poter dare il tempo alla centrale operativa di localizzare la chiamata.

“Di sottofondo si sentiva chiaramente una donna piangere, non sapevo dire se ci fossero anche dei bambini, la cose certa è che in quella casa stava succedendo qualcosa di veramente brutto e bisognava fare qualcosa”. Queste le parole dell’operatore che per primo ha ricevuto e gestito tutta la conversazione.

In pochi minuti la chiamata è stata localizzata e triangolata la cella come da protocollo. Tutte le chiamate in entrata al Numero Unico vennero bloccate per consentire le operazioni di intervento mantendo un canale diretto tra il sequestratore e la centrale operativa.

Nel frattempo vengono avvisate le forze dell’ordine e richiesto l’intervento dei ROS (raggruppamento operativo speciale dell’arma dei carabinieri). Parte una lunga trattativa con l’uomo, si cominciano a comprendere molte cose, la sua forte gelosia così forte da soffocare la donna, abituato a trattarla più come un oggetto che un essere umano.

L’operatore cerca di farlo ragionare, di convicerlo a lasciare andare la donna, deve andare ad un colloquio di lavoro, lavorare è una necessità deve andare specialmente ai tempi odierni dove trovare lavoro è sempre più difficile.

La situazione si sblocca solo verso le 11:30 quando l’uomo probabilmente vedendosi accerchiato dall’enorme schieramento di forze armate, decide di lasciar uscire la donna. Una volta uscita e messa al sicuro i militari sono potuti entrare nell’abitazione e procedere con l’arresto dell’uomo.

Claudio Greggio presidente del Gruppo ETAV commenta: “sono state ore di angoscia, temevo il peggio, ma quanto è successo è dimostrazione dell’enorme preparazione dei nostri operatori, nessuno è mai preparato ad affrontare situazioni simili, facciamo quello che possiamo umanamente. Voglio ringraziare tutti gli operatori che hanno gestito con enorme professionalità il caso, continuiamo a fare di più”.

Laura ora si trova in un centro di accoglienza per donne vittime di violenza, l’Associazione Una Vita Sottile e il Gruppo Mary, seguiranno l’evolversi del caso e garantiranno alla 35enne tutela legale e supporto psicologico, aiutandola ad integrarsi nella società e in una posizione lavorativa.

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